L’ex Burgo di San Mauro T.se diventa set cinematografico

E’ una bella novità per l’incantevole, elegante e molto originale struttura creata dall’architetto Oscar Niemeyer. Infatti, è notizia di pochi giorni fa che il circolare edificio posto nella zona Pescarito di San Mauro T.se, dove fino a pochi anni fa c’erano gli uffici delle Cartiere Burgo, è diventato il set di alcune scene della fiction prodotta dalla RAI, che verrà trasmessa il prossimo autunno. Si intitola “Cuori coraggiosi” ed è arricchito da un’interessante cast di attori che attraggono la curiosità della gente che ama questo genere di spettacoli televisivi. Tra i nomi più importanti spiccano quelli di Daniele Pecci e Pilar Fogliati, oltre al seguito di un numeroso gruppo di altri artisti. Sistemata a dovere per le riprese televisive, gli ex uffici della sede delle Cartiere Burgo sembrano essere magicamente rinati attraverso ambientazioni moderne, quasi avveniristiche. Non solo attori ma anche comparse, registi, operatori, fonici, costumisti, parrucchieri, stanno lavorando in un ambiente ideale per dare luce a una fiction tutta da scoprire. Là dove la Burgo ha dato lavoro ai suoi dipendenti per tanti anni in una location circolare, dove gli uffici si dislocavano in open space di modernissima concezione, oggi è stata rivalutata nella lavorazione di fiction televisive. La chiamavano l’astronave di San Mauro Torinese per la sua forma circolare. Quando Luigi Burgo la fondò, poi diventato Senatore del Regno, era un giovane ingegnere elettrotecnico che realizzò a Verzuolo, in provincia di Cuneo un impianto idroelettrico. La cartiera, che all’inizio aveva 56 dipendenti, fu pensata per utilizzare l’abbondanza di acqua e di energia fornita dalla centrale. Nel 1906 assicurava, con il nome di Cartiera di Verzuolo Ing. L. Burgo & C., 60 quintali al giorno di carta, utilizzando una macchina di 35 metri chiamata “continua uno”. Nel tempo ci furono poi molte altre “macchine continue” che ne classificarono un’espansione industriale nel campo della carta che fu prima a livello mondiale. Poi, purtroppo, il declino di questo settore commerciale che è stato soppiantato dai moderni mezzi di comunicazione, ha messo da parte le grandi aspirazioni della cara vecchia carta. Tuttavia, negli anni floridi in cui le macchine continue della Burgo sfornavano tonnellate di carta venduta in tutto il mondo, la sede di San Mauro in quegli anni ’80 rappresentava il segno tangibile di modernità, di efficienza e massimo impegno nel valorizzare le risorse umane, anche attraverso il luogo di lavoro. Sembra passata una vita, eppure oggi, nell’era dello smart working sembra tutto così lontano, così esistito anni luce in un mondo diverso ma sicuramente più umano dal punto di vista dei contatti e delle relazioni. Se si pensa che la vecchia sede di San Mauro ospitava un nutrito numero di dipendenti che oltre le otto ore di lavoro stavano ancora insieme nella pausa pranzo gestita all’interno della struttura con cucina e cuochi che giornalmente pensavano pasti diversi, ebbene, tutto questo dà il senso della convivenza in un mondo del lavoro che oggi non c’è più. Ma quelle mura costruite su disegno dell’architetto Niemeyer, parlano ancora oggi di ricordi che sono intrisi di giornate faticose ma intense, colme di tante situazioni professionali e umane. All’inizio, poi, questa sede rappresentava la novità anche per i dipendenti, i quali ancorati nell’abitudine del sistema dei vecchi uffici di Corso Matteotti a Torino, si trovarono in difficoltà nel doversi ambientare mentalmente a un sistema di lavoro nuovo, diverso, più inerente alle esigenze dell’impiegato moderno. Ma fu presto superato questo momento che diede nuova linfa a situazioni di lavoro più ambizioso. E poi quei trequarti d’ora di break per il pasto e la passeggiatina quotidiana guardando il colle di Superga che sembrava di toccare con la punta delle dita. E oggi che tutto è finito perché la Burgo ha trovato altre strade per continuare non più la florida produzione della carta di una volta, ci piace pensare che in fondo la vita di questa circolare struttura che parla di indelebili ricordi, non vada distrutta, ma, anzi, venga rivalutata nel tempo come un qualcosa da non trascurare. Così come sta facendo in questi giorni la RAI per le sue riprese televisive. Tutto passa e tutto ricomincia per non finire.

Salvino Cavallaro

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